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“Musei fantastici: consigli di lettura dal nostro centro estivo”

Quando quest’anno ci siamo per la prima volta trovati ad organizzare  il nostro centro estivo, l’ispirazione per dare vita ad una proposta creativa, divertente, a misura di bambino e che coniugasse tutti i linguaggi che quotidianamente portiamo avanti come spazio educativo ha preso vita durante la lettura del libro Pedagogia dell’invisibile e viaggi fantastici di Helga Dentale (edito da YouCanPrint).

Il percorso espressivo “Facciamo un museo?” ci ha da subito stuzzicato la fantasia.

Ci piaceva l’idea della possibilità di vivere a 360 gradi l’esperienza del museo, un museo-mostra da co-costruire assieme ai bambini, sempre diverso, settimana dopo settimana. Un museo dei bambini e per i bambini ma anche un momento di condivisione con i genitori al termine di ogni settimana.

Ci piaceva anche ipotizzare un progetto che permettesse ai ragazzi di sperimentare, attraverso l’arte, il teatro, la letteratura e la scrittura creativa, tutto quello che ruota attorno alla creazione di un museo.

E se, come afferma Helga Dentale nel libro citato, “i musei da sperimentare e costruire insieme alle bambine e ai bambini possono avere forme, grandezze, aspetti, caratteristiche particolari e fantasiose”, noi abbiamo deciso che il tema del nostro centro estivo sarebbe stato quelli del “museo fantastico”.

Ne è nato un viaggio in alcune tematiche (natura, suoni, parole, riciclo e street art) che abbiamo deciso di approfondire con i bambini per realizzare di settimana in settimana degli spazi espositivi in libreria con le loro opere.

Cos'è un museo?

Ogni settimana siamo partiti da una serie di sollecitazioni esplorate assieme ai bambini: abbiamo chiesto loro se conoscessero il museo, se ne  avessero mai visitato uno, cosa si facesse al museo.

Un input per dare vita a uno spazio dialogico di grande curiosità.

In quest’ottica il libro “Al museo” (di Susanna Mattiangeli e Vessela Nikolova, Topipittori) ci ha offerto preziosi stimoli: ci porta infatti a vivere una gita al museo di una bambina che esplora e conosce per la prima volta un mondo assolutamente magico, con tante opere artistiche e tante figure professionali coinvolte.

Un museo tematico è possibile?

La seconda questione che volevamo esplorare con i bambini è stata quella relativa ai temi del museo e se fosse possibile ipotizzare e realizzare musei tematici. Un momento dialogico propedeutico alla rivelazione, di settimana in settimana, del tema del nostro museo.

Anche in questa sollecitazione ci ha guidato una lettura di un albo illustrato, “Il museo del niente” (di Steven Guarnaccia, Corraini): un viaggio tra libri con pagine vuote, statue di uomini invisibili e buchi neri, perché un museo che sembra apparentemente vuoto è pur sempre un museo… un museo del niente!

Selezione e ricerca: l'idea di collezione

Tutta l’opera di ricerca, di studio, di collezione e classificazione di qualcosa che si vuole proteggere, esporre, a cui si vuole dare o a cui si riconosce valore, anche solamente affettivo è alla base della creazione di un museo.

Ognuno di noi può inserire nel proprio spazio museale tutto ciò che ha valore, che è frutto di una selezione, di una raccolta, di una ricerca, così come viene raccontato nel bellissimo albo “La collezione di Joey” (di Candace Fleming e Gerard Bubois, Orecchio acerbo)  in cui Joey, un bambino dalla grande capacità di immaginazione, seleziona, raccoglie, colleziona oggetti per lui molto preziosi.

È la storia vera di Joseph Cornell, il più grande artista del surrealismo americano.

Chi c'è dietro ad un museo?

Volevamo infine che i bambini comprendessero tutte le figure artistiche e organizzative che ruotano attorno alla costruzione di un museo: se il primo pensiero va ovviamente all’artista che espone le proprie opere, non sono da dimenticare i curatori, gli allestitori, le guide turistiche, i bigliettai!

Ogni settimana i bambini e le bambine hanno partecipato attivamente interpretando moltissimi dei ruoli che compongono l’organico del museo: sono stati artisti, curatori della mostra e allestitori, guide turistiche etc., rispettando sempre le idee del gruppo e le propensioni di tutti ed ognuno.

In quest’ottica una preziosa lettura è stata l’albo “Facciamo una mostra fantastica!” (di Rose Blake e Doro Globus, Corraini): tanti personaggi diversi e variegati che partecipano ciascuno a suo modo all’esposizione ci svelano il dietro le quinte della realizzazione del museo.

MUSEO DELLA NATURA

Nella prima settimana di centro estivo il tema che abbiamo scelto di affrontare è stato quello della natura.

Approfittando dell’esperienza suggestiva della gita presso il roseto comunale, abbiamo fatto un tuffo nella natura ponendo l’accento su diversi aspetti: l’importanza della natura come fonte di vita, la capacità della natura di essere una preziosa ispirazione artistica da comprendere e da restituire in modo creativo con le sue forme e le sue linee e da ultimo un’attenzione particolare ai materiali naturali come preziosi strumenti per realizzare un’opera d’arte.

In quest’ottica ci ha aiutato in primo luogo un prezioso albo illustrato: “Come me, come te” (di Carolina Zanier, CameloZampa), un emozionante albo fotografico, pieno di poesia, in cui la crescita e la scoperta di sé sono raccontate attraverso l’accostamento a immagini del mondo naturale.

Inoltre assieme ai bambini volevamo porre un accento sul ruolo che noi abbiamo nella salvaguardia di ciò che ci circonda: ecco allora, “L’albero e la città” (di Luca Tortolini e Lida Ziruffo, edizioni Clichy), una moderna fiaba ecologista sulla sacralità della natura e sul nostro potere di distruggerla o di salvarla.

Un’ottima pretesto narrativo per uno spazio dialogico e filosofico di grande intensità.

Volevamo inoltre indagare con i bambini, da un punto di vista scientifico e artistico, tutto ciò che è sopra il nostro naso: attraverso la lettura e il confronto sul cielo e sulle nuvole a partire dai due albi “L’Ammiraglio si è preso il cielo” (di Marianna Balducci, Clichy) e “Nuvolario” (di Sarah Zambello e Susy Zanella, Nomos).

La curiosità, gli aneddoti, la visione delle bellissime illustrazioni di questi due albi costituiscono un prezioso spunto per un lavoro creativo ed artistico da realizzare con diverse tecniche e diversi materiali di recupero.

MUSEO DEI SUONI

Nella seconda settimana il nostro obiettivo era quello di andare a creare un museo fantastico a tema suoni e rumori.

La nostra ricerca assieme ai ragazzi è partita da un’analisi scientifica ma al tempo stesso divertente e creativa  di tutti i rumori che ci circondano.

Suoni bassi, alti, rumori naturali e artificiali (quanti rumori ci circondano a cui non diamo più neppure ascolto?), suoni di strumenti musicali, suoni del corpo.

Fino a scoprire il silenzio, un silenzio spesso in grado di fare molto…rumore.

In questa linea di ricerca ci ha assistito il bellissimo libro “Forte, piano in un sussurro” (di Andriy Lesiv e Romana Romanyshyn, Jaka Book): un libro che dà forma visiva al sonoro e a tutti ciò che ruota attorno ai rumori dando vita a una vera e propria educazione al suono.

A partire dalla categoria degli strumenti musicali abbiamo impostato la nostra gita presso il negozio di strumenti musicali Girodidò, attività commerciale del nostro territorio.

Come esercizio di riscaldamento teatrale sulla voce ci ha aiutato un libro che fa dei suoni una vera e propria fonte inesauribile di gioco e sperimentazione: “Sdeng bum splash” (di Benjamin Gottwald, Terre di Mezzo). Un momento corale e condiviso di ricerca e di gioco per interpretare tutti insieme una partitura sonora.

Quali sono i suoni che ci accompagnano la mattina e possono legarsi al risveglio e alla colazione? Quali i suoni assordanti della città che non ci abbandonano per tutta la giornata? O quelli più rilassanti della natura?

Due libri ci aiutano a giocare con i suoni, a vocalizzarli, a comprenderli: “Un suono” (di Gulsah Yemen e Cagri Odabasi, Sassi) e “Shhhh” (di Fred Paronuzzi e Mariana Ruiz Johnson, CameloZampa).

Il primo è un compendio sonoro di suoni perfettamente riconoscibili che vanno dal fruscio delle foglie allo sciabordio delle onde, il secondo è un albo senza parole ma pieno di onomatopee che raccontano tutti i rumori della giornata di un bambino.

MUSEO DELLE PAROLE

La terza settimana di centro estivo ci ha visti indagare il potere delle parole, il loro utilizzo, il loro valore nella scelta delle frasi che pronunciamo ogni giorno.

L’obiettivo di partenza era far capire ai bambini la genesi del linguaggio attraverso la formazione di parole e poi di frasi: le frasi poi possono avere sfumature e pesi diversi a seconda dell’intenzione e del contesto in cui vengono pronunciate.

In questo senso ci ha aiutato la lettura di “L’albero alfabeto” (di Leo Lionni, Babalibri), classico intramontabile di Leo Lionni: un albo illustrato che dà valore alle parole e offre preziosi spunti per una riflessione sul linguaggio e per un didattica intelligente a scuola.

La lettura di “Museum” (di Javier Saez-Castan, Orecchio acerbo) ci ha accompagnato poiché, attraverso un fil rouge con il tema a noi caro del museo, ci ha permesso di interrogarci e dialogare sui libri senza parole: se non ci sono scritte le parole, come si legge un libro? È stimolante o faticosa la lettura di un albo senza parole? Le parole hanno un valore descrittivo o narrativo?

Le parole ci permettono di divertirci con contesti, situazioni e personaggi e ci consentono di giocare a creare delle storie ogni volta diverse, ma sempre preziose perché frutto del nostro atto creativo.

Per divertirci a inventare storie abbiamo fatto riferimento a tre preziosi libri (“La mia piccola Officina delle storie”, di Bruno Gibert, Giralangolo; “Il libro matto”, di Eleonoire Zuber, Giralangolo; “L’inventastorie”, di Pippa Goodhart e Nick Sharratt, Il Castoro) : tre libri che aiutano a gustare il meraviglioso potere evocativo della parola. Scegliendo in paesaggi e tavole brulicanti o divertendosi a girare le alette per combinare luoghi e personaggi, i bambini possono inventare storie di tutti i tipi: poetiche, divertenti o surreali.

Per iniziare a ragionare sul nostro museo delle parole abbiamo fatto nuovamente ricorso a “La collezione di Joey”, a cui abbiamo affiancato la lettura del bellissimo albo “La grande fabbrica delle parole” (di Agnes de Lestrade e Valeria Docampo, Terre di Mezzo).

Abbiamo giocato con collezioni di parole, da selezionare, raccogliere, conservare, parole diverse per valore, significato e provenienza. Parole con cui giocare, da conoscere, da scrivere, da disegnare.

Un altro aspetto che avevamo a cuore era far conoscere ai bambini tutte le professioni che ruotano attorno alla parola, con un occhio di riguardo ovviamente al mestiere dello scrittore.

 In funzione di questo abbiamo scelto di svolgere la gita della settimana presso la casa editrice romana Biancoenero, un’occasione per vivere e scoprire tutto ciò che c’è dietro la scrittura e l’edizione di un libro.

Abbiamo scelto di leggere assieme ai bambini un bellissimo libro proprio della stessa casa editrice: “Un libro ti cambia” (di Antonio Ferrara), una storia che fa immergere il lettore nello straordinario potere della lettura.

Sempre per continuare a giocare con la parole, per scoprirne il valore e il significato e per fare delle parole uno strumento creativo per inventare storie e personaggi abbiamo utilizzato come punto di partenza il dizionario e la lettura di alcuni albi illustrati.

Ne “Il gigante la bambina e il dizionario” (di Jean Leroy e Stephane Poulin, Babalibri) il linguaggio diventa un espediente narrativo per raccontare la magia e il valore prezioso delle parole.

“Il superpotere delle storie” (di Didier Levy e Lorenzo Sangiò, Terre di Mezzo) ci conduce invece in una narrazione che ci parla di gatti raccontastorie, topolini ingegnosi e…momenti condivisi di lettura a voce alta.

Le parole ci hanno condotto infine a una riflessione linguistica e creativa su quei termini che possiamo associare al potere magico dei libri e delle storie.

Partendo dagli spunti delle carte del bellissimo cofanetto “A che serve un libro?” (Leone verde edizioni) di Irene Greco, abbiamo giocato con parole ed illustrazioni per creare delle nostre speciali carte aggiuntive a quelle ideate dall’autrice.

MUSEO DEL RICICLO

Nella quarta settimana   abbiamo dato vita ad un nuovo museo fantastico dedicato al riciclo e al riuso creativo di oggetti e materiali di recupero.

Per prima cosa il nostro obiettivo con i ragazzi era quello di esplorare insieme le possibilità di trasformare un oggetto dandogli una nuova vita, utilizzando la nostra fantasia. Un concetto prezioso alla base del riciclo.

Concetto che abbiamo visto messo in pratica già dal primo giorno, dedicato alla gita che abbiamo svolto presso il MORA, Museum of Recycled Art.

Per sperimentarlo praticamente ci sono venuti in aiuto tre albi illustrati come spunto di partenza.

In “Non è una scatola” (di Antoinette Portis, Kalandraka) abbiamo visto come una cosa che sembra avere una sola funzione codificata, può prestarsi al gioco simbolico e diventare molteplici oggetti differenti.

Con “Questo libro fa di tutto” (di Silvia Borando, Minibombo) ci siamo invece divertiti a indagare, attraverso il gioco e la creatività, l’oggetto-libro per sperimentarne tutti gli usi, fino a quelli più improbabili e impropri.

In “La sedia blu” (di Claude Boujon, Babalibri) abbiamo accompagnato i due protagonisti a esplorare il potere trasformativo dell’oggetto: quante cose può diventare una semplice sedia blu con un pizzico di immaginazione?

Abbiamo poi scoperto, attraverso il gioco, la fantasia e la scrittura, che gli oggetti più strani e desueti possono avere una vita nuova segreta, nascosta, tutta da esplorare.

Ne è nata un’attività molto gratificante per i ragazzi, a partire dagli spunti di “La vita nascosta delle cose” (Sabir edizioni): in questo albo di Marianna Balducci gli oggetti si trasformano invitando il lettore a giocare con loro, a ribaltare il punto di vista consueto in favore della fantasia.

Un tuffo nella vita e nell’arte di Marcel Duchamp: attraverso la visione di un documentario sulla vita dell’artista ci siamo interrogati su cosa sia l’arte contemporanea e come sia possibile ripensare e riformulare un’opera d’arte.

Ci siamo confrontati e abbiamo sviluppato un lavoro creativo per “riscrivere” un’opera d’arte attraverso il linguaggio del collage.

In questa indagine creativa ci ha supportato la lettura dell’albo “Marcel, il bambino con la scatola verde” (di Daniela Iride Murgia, Topipittori): la storia di Marcel, un bambino che reinventa il mondo a partire da qualsiasi oggetto reale, la storia di Duchamp, uno dei più grandi artisti del 900 che ha rivoluzionato per sempre l’idea di arte.

Nella settimana dedicata al riciclo abbiamo deciso di dedicare ampio spazio alla salvaguardia del pianeta e alla tutela dell’ambiente, principi ispiratori di un utilizzo consapevole delle risorse e della necessità di non disperdere bensì di riciclare i beni a disposizione.

Abbiamo allora esplorato questi temi assieme ai bambini attraverso due albi illustrati.

In “Dall’altra parte del mare” (di Noritake Yukiko, Terre di Mezzo) il tema principale è quello della sostenibilità e in particolare quello della salvaguardia dell’habitat marino.

In “Greta e i Giganti” (di Zoe Tucker e Zoe Persico, Gallucci) la protesta di Greta Thunberg per l’ambiente e contro il riscaldamento globale viene raccontata attraverso una storia capace di appassionare i bambini alle vicende di una coraggiosa e intraprendente bambina.

 

MUSEO DELLE PAROLE 2.0

La quinta settimana ci ha portati di nuovo nell’affascinante ed evocativo mondo delle parole attraverso la costruzione di un nuovo museo, con nuove storie opere e performance.

Abbiamo introdotto i bambini al tema attraverso una riflessione.

L’importanza delle parole come strumento essenziale per comunicare emozioni, per farci capire dagli altri: un concetto che abbiamo cercato di esplorare con i ragazzi attraverso la lettura di “Parole” (di Raul Nieto Guridi, Kite).

Giocare con le parole e, a partire da esse, divertirci a creare storie e personaggi attraverso degli input creativi.

Questo lavoro ci ha portato a giocare con “ABC. Il mio primo alfabetiere” (di Chiara Carminati e Annalaura Cantone, Lapis): un modo divertente per sviluppare la fantasia e accompagnare i bambini a creare un alfabetiere corale di storie illustrate.

Sempre attraverso il ricorso agli stimoli visivi, letterari e poetici dell’ alfabetiere (“Lettere nascoste”, di Imma Pla Santamans, Pulce) un altro lavoro artistico che abbiamo esplorato è stato quello di una trasformazione creativa delle lettere: cosa può diventare una E? Quale storia porta con sé la trasformazione di una P?

Articoli, preposizioni, verbi: può il mondo della grammatica trasformarsi in un magico viaggio nel mondo delle parole con buffi e divertenti personaggi? Ci siamo posti questa domanda mentre leggevamo “Un piccolo re in un mare di parole” (di Vittoria Busatto e Lia Frassineti, Il Barbagianni edizioni): la risposta è stata affermativa!

Un libro che è uno strumento prezioso per avvicinare i bambini alla scoperta della nostra lingua e delle sue regole, trasformate per l’occasione in una favola.

Ed è stato proprio il Barbagianni editore ospite della nostra libreria per un prezioso momento di scambio con i nostri ragazzi. Abbiamo parlato di libri, di cataloghi, di case editrici.

Abbiamo soprattutto giocato con la bellissima serie de “Il grande Nate” di Marjorie Weinman Sharmat e Marc Simont:  attraverso giochi, prove e sfide siamo diventati tutti un po’ dei piccoli detective in erba.

MUSEO DELLA STREET ART

Esplorare il mondo della street art attraverso le figure di alcuni grandi artisti di questo suggestivo movimento clandestino che si sviluppò a partire dal graffitismo newyorkese: questo l’obiettivo della nostra ultima settimana di centro estivo.
 
Per introdurre i bambini all’arte di strada, capace di rompere gli schemi e di trasformare gli spazi urbani in tele viventi, trasmettendo messaggi politici e sociali in grado di risvegliare le coscienze, abbiamo deciso di partire dalle opere di due grandi esponenti di questa particolare forma culturale di espressione: Keith Haring e Banksy.
 
Abbiamo letto con i bambini un bellissimo albo illustrato che racconta la vita del grande Keith Haring: “Disegnare sui muri” di Matthew Burgess e Josh Cochran.
 
Si tratta di un albo che affronta la biografia del pittore e writer statunitense in modo accurato e giocoso, dando al tempo stesso un’immagine tridimensionale di un artista in grado di veicolare al pubblico con generosità emozioni e valori quali gioia, libertà e apertura alla vita.
 
Partendo da questo artista che aveva messo al centro della sua vita il valore dell’infanzia e la bellezza dello stare a contatto con i bambini, abbiamo cercato di fare capire proprio a loro, ai bambini del centro estivo, l’importanza dell’arte di strada di Haring.
 
Lo abbiamo fatto attraverso il teatro, a partire da un gioco espressivo sui colori e sulle emozioni suscitate dalle figure di Haring, e lo abbiamo fatto attraverso un’esplorazione artistica dei concetti e delle forme dell’arte di strada dell’autore.
 
Ecco quindi rivisitazioni di giochi artistici svolti dall’artista statunitense assieme al papà e alla sorella oppure particolari rese artistiche, che abbiamo scelto di esplorare, dei messaggi e dei soggetti preferiti dall’artista della street art newyorkese.
 
Accanto alla figura di K.Haring ci tenevano a fare conoscere ai ragazzi l’arte di Banksy, writer e street artist britannico, i cui murales di critica sociale sono apparsi su strade, muri e ponti di città in tutto il mondo.
 
Abbiamo introdotto la storia e la figura del celebre artista di strada attraverso l‘albo “Banksy” edito da Corraini: Fausto Gilberti ci racconta nel libro, con intelligenza e sguardo divertito, la vita di questo autore dall’identità segreta attraverso resoconti di bombolette di vernice spray per dipingere sui muri, opere che si auto-distruggono e parchi giochi al contrario. 
 
A partire dagli spunti presenti sul libro abbiamo riprodotto su cartoncino le figure stilizzate di Banksy, e da lui riprodotte sui muri, attraverso la tecnica dello stencil.
 
La settimana si è svolta in un clima di curiosità verso questa particolare forma d’arte, di creatività e sperimentazione di nuovi registri artistici ed espressivi.
 
In quest’ottica i libri sopracitati ci hanno aiutato a sviluppare in modo accurato una mostra basata come sempre interamente sui lavori dei ragazzi.
 
 

COSA CI HANNO LASCIATO TUTTI QUESTI MUSEI?

L’esperienza creativa alla base di ogni museo ci ha lasciati ogni settimana meravigliati, stupiti, entusiasti, emozionati ci ha permesso di conoscere meglio i bambini e le bambine partecipanti, percepire la crescita nelle proposte di settimana in settimana soprattutto per coloro che hanno preso parte a più settimane di centro estivo.

Ci portiamo a casa tanto divertimento e tanta gioia e la certezza delle tracce lasciate da tutti e ognuno nel cammino fatto insieme.

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