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In perfetto equilibrio tra imperfetto e bambino

“Erano cinque. Cinque così malfatti. Non riuscivano a concludere niente nella vita né avevano voglia di fare granché.”

I cinque Malfatti (Topipittori)

 

“Un bambino ha piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie, ma non per questo ha piccole idee.”

Che cos’è un bambino? (Topipittori)

Oggi vi portiamo nel mondo di una delle autrici ed illustratrici più conosciute e stimate a livello mondiale per il suo apporto alla letteratura per l’infanzia: Beatrice Alemagna.

Un viaggio tra istantanee, ricerche, personaggi, tematiche e tecniche che hanno permesso a questa illustratrice bolognese di affermarsi come un’artista a tutto tondo, capace di ottenere premi e riconoscimenti e di esporre il suo lavoro a livello internazionale.

Il lavoro segue le fila e ripercorre argomenti trattati nel libro, recentemente pubblicato da Topipittori, “Alfabeto Alemagna”.

L’INFANZIA IN BEATRICE ALEMAGNA

Il mondo dei bambini è presente nei libri di Alemagna secondo tre traiettorie.

Nella prima assistiamo al dispiegarsi dell’infanzia dell’autrice nei suoi albi: il piacere di pasticciare con colori e materiali, i suoi ricordi da bambini, il gusto per il piccolo, il minuto.

Nella seconda l’infanzia è vista da lontano, con tenero affetto sottoforma di domanda: “Che cos’è un bambino?” (Topipittori).

Un’opera che volutamente si pone in forma interrogativa e che esplicita lo stupore per una età rappresentata con dolcezza attraverso immagini poetiche.

Un compendio divertente e commovente dell’universo dei piccoli: una galleria di ritratti scomposti, teneri, ironici, poco eleganti nei confronti dei quali l’adulto è chiamato al ruolo di accompagnatore pronto a mettersi al fianco di chi è più piccolo.

La terza traiettoria vede un mondo di bambine e di bambini che popola le storie e gli albi della autrice: bambini alla ricerca di un posto nel mondo, bambini fragili e trasparenti, bambini capaci di farci ridere ed emozionare.

ANEDDOTI E CURIOSITÀ

 

Beatrice Alemagna parla nelle sue interviste della necessità di editori che vedano nei libri strumenti che possano crescere assieme ai bambini e ha un sogno: parlare non solo al bambino ma anche al bambino che è nelle persone adulte.
Ci parla della bambina che è in lei e che vuole farsi strada nei suoi disegni: una bambina che da piccola nascondeva i libri sotto al cuscino e faceva letture ad alta voce teatralizzando i personaggi.

 

Si definisce come un’IllustrAttrice: nei suoi libri le storie suggeriscono delle immagini mentre le immagini raccontano storie a sé stanti.

Non riesce a definire il suo stile e pensa di avere lo stile di non avere stili, al tempo stesso un potenziale limite e un punto di forza.

 

In ogni libro ha scoperto e affinato diverse tecniche: ha cominciato con pochi colori, ha sperimentato un segno nero molto forte come ad attribuire la forza del disegno al segno grafico.

Lentamente ha aggiunto diversi tocchi di colore, poi è passata alla tempera e alle matite, fino alla svolta con la tecnica del collage.

L'ABBRACCIO

Se la fisicità dei corpi dei personaggi di Beatrice Alemagna si fonde alla fisicità e alla matericità delle tecniche utilizzate, sicuramente c’è un topos che torna negli albi dell’illustratrice bolognese: l’abbraccio tra due o più personaggi.

Un momento di contatto profondo, di intima dolcezza tra corpi che annullano l’esigenza e l’esistenza del linguaggio.

Una condizione di avvenuta riconciliazione con sé e con l’altro, di scoperta della propria identità e del proprio posto nel mondo.

Un ritorno a casa dopo un’avventura in cui il personaggio ritrova una nuova intima dimensione in accordo con l’altro.

Una dimensione profondamente sentimentale ma al tempo stesso ironica, mai smielata.

Se in “Un Leone a Parigi” (Donzelli) vediamo una bambina che abbracciando il leone si abbandona al protagonista sancendone l’identità e il suo abitare il mondo, in “Il meraviglioso Cicciapelliccia” (Topipittori) Eddie abbraccia con veemenza il tanto agognato Cicciapelliccia probabilmente per la gioia di aver dimostrato a se stessa e alla madre di essere in grado di portare a termine una difficile impresa.

GLI ANIMALI

Gli animali popolano gli albi dell’Alemagna rappresentando un ulteriore parte della poetica dell’artista.

Spesso protagonisti delle tavole ma, anche quando personaggi secondari, sono sempre delineati come figure capaci di produrre importanti prese di coscienza.

Il rapporto tra bambini e animali permette all’autrice di cogliere l’infanzia nel suo sguardo più intimo: un momento di passaggio e di crescita dove è proprio il confronto tra umano e non umano a definire l’identità bambina dei protagonisti.

Illuminante in tal senso è lo scenario dell’albo “Manco per sogno” (Topipittori): qui il rapporto con il mondo animale vive di una classica antropomorfizzazione.

Tale resa del bosco e dei suoi abitanti consente all’autrice di mettere in scena i problemi e i bisogni del mondo infantile (e nello specifico la routine della scuola) attraverso un rovesciamento di ruoli e di rapporti di forza tra grandi e piccini.

MONDI IN VALIGIA

Molti dei lavori di Beatrice Alemagna presentano doppie pagine che offrono uno spaccato su panoramiche di città, o meglio dei piccoli mondi in miniatura popolati da oggetti posizionati in modo da richiamare elementi urbanistici riconoscibili.

In un’illustrazione de “La bambina di vetro” (Topipittori) è rappresentata una valigia, il bagaglio che la protagonista porta con sé nell’affrontare il suo viaggio nel mondo.

La valigia è rappresentata dall’alto, ancora aperta: si vede una statuetta della Torre Eiffel, una foto dei genitori, provviste e altri elementi.

Si tratta sì del disegno di un bagaglio ma anche una panoramica sulla città.

Lo spazzolino infatti rappresenta un traliccio dell’elettricità, una pianta raffigura l’albero di un viale e lo spazio tra le cose richiama strade e stradine.

Beatrice Alemagna ci offre la magia di piccoli universi in valigia: mondi contenuti in altri mondi.

TRA DENTRO E FUORI

La dialettica tra esterno ed interno è elemento centrale della poetica di Beatrice Alemagna, così come di gran parte della letteratura per l’infanzia.

Il desiderio di conoscenza e di crescita dei protagonisti muove dall’universo domestico per giungere al mondo esterno, seducente tappa finale di una nuova e matura collocazione nel mondo.

Come da dimensione fiabesca, non è possibile trovare un nuovo equilibrio tra le pareti di casa se prima non si compie un percorso che porta fuori.

In molti libri dell’illustratrice bolognese lo spazio urbano si manifesta come il luogo-personaggio dove si manifesta il cambiamento.

In “Un Leone a Parigi’ e “Il Meraviglioso Cicciapelliccia” i protagonisti si spingono fuori, lontano da certezze e mossi da mancanze o da bisogni: incontrano città e abitanti in un errare che li porterà a nuove consapevolezze e identità.

IDENTITA' IMPERFETTE

Se il tema della ricerca dell’identità è centrale in quasi tutti gli albi di Beatrice Alemagna, la scelta della sua rappresentazione è sicuramente non convenzionale.

Negli albi i personaggi, assieme alle immagini che li rappresentano, sono per scelta indefiniti, irriconoscibili, pur senza mancare di caratterizzazione.

Anzi nel loro essere “cosi” la forza dei personaggi trova una cassa di risonanza.

In “Piccolo grande Bubo” (Topipittori) al centro della narrazione c’è un cucciolo ma capire a quale specie appartenga è difficile e inutile: per i bambini Bubo è Bubo, un dolce piccolo coso, unico.

Tale poetica dell’identità imperfetta, distorta ed estranea a qualsiasi canone è centrale nei “Cinque Malfatti” (Topipittori): la storia di cinque personaggi estremi che vivono felici la loro inadeguatezza da outsider.

Non hanno un nome se non qualcosa che caratterizza il proprio difetto: il piegato, il molle, il bucato, il capovolto e lo sbagliato.

Se siano maschi o femmine, giovani o adulti poco importa al bambino: il bambino li vede dolcemente come malfatti, imperfetti rispetto a modelli sociali convenzionali, proprio come lui che sta cercando di conoscere sé stesso e la propria natura.

La Alemagna ci ribadisce che la ricerca dell’identità, l’ossessione per la definizione è un problema adulto che il bambino non condivide, a cui l’infanzia è estranea.

Beatrice Alemagna
è un’autrice in grado di stupire i bambini e il bambino che è nell’adulto:
un IllustrAttrice capace di muoversi tra infanzia e imperfezione, di raccontare storie con le immagini e evocare immagini con le sue storie.

Bibliografia

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Buona Lettura!

Luca Tortorella

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