Ciao a tutti, sono Ilaria Pasquali, ma molti di voi mi conoscono come Maestratralefiabe.
Sono appassionata di albi illustrati e per passione ve ne parlo sui miei canali social
(Ilaria (@maestratralefiabe) | Instagram).
Il cappello di carta scritto da Phil Cummings illustrato da Owen Swan edito da Caissa editore
I miei ricordi legati ai nonni sono ricordi belli, spensierati.
Sono ricordi pieni di abbracci, tempo condiviso,
discorsi sulla guerra alleggeriti poi da una passeggiata e un buon gelato.
Avevo un nonno che amavo più di tutti, devo essere sincera.
Nonno Umberto era un nonno presente, un nonno che non mi ha fatto mancare nulla, un nonno che, quando dipingeva le pareti di casa, indossava un cappello di carta fatto con il giornale.
Un cappello di carta come quello che troviamo sulla copertina dell’albo illustrato che vi racconto oggi.
Protagonisti dell’albo sono Giorgia, una bimba dai capelli rossi, suo papà e il suo amato nonno.
Giorgia e il papà vanno a trovare il nonno che si trova in una casa di cura insieme ad altri anziani.
Lungo il tragitto, Giorgia si chiede se il nonno questa volta la riconoscerà, perché il nonno fa fatica a stare nel presente.
Non appena arrivano nella stanza, piena di sole e di giornali impilati uno sopra l’altro, Giorgia saluta il nonno ma lui guardandola risponde solo un timido ‘Ciao‘ senza aggiungere altro.
Allora Giorgia si siede vicino al nonno e gli domanda:
"ricordo mio fratello e i girini nel barattolo, e la pioggia d'estate che scendeva minacciosa e sapeva di polvere."
Il nonno, mentre rispondeva a Giorgia, aveva tra le mani una foto che lo riportava indietro nel tempo, in un tempo felice, un tempo lontano eppure così presente tanto presente da sembrare quasi vero.
La piccola Giorgia capisce che forse il nonno non si ricorda di lei. Allora prende una foto che ritrae il nonno, il papà e lei che ha un cappello di carta in testa, la mostra al nonno nella speranza di connettersi con lui in un tempo non troppo lontano che a lei è rimasto nel cuore.
"MI PIACCIONO I CAPPELLI DI CARTA”, dice il nonno. "ANCHE A ME”, dice il papà "E ANCHE A ME. FACCIAMOLI INSIEME", dice Giorgia.
La bimba, con l’aiuto dei cappelli di carta, vorrebbe far tornare il nonno ai giorni dove insieme costruivano cappelli di carta, giorni spensierati dove il suo amato nonno era connesso con lei.
E così Giorgia, il nonno e il papà trascorrono il pomeriggio a fare cappelli di carta per loro e per gli amici del nonno. Un pomeriggio divertente dove forse per un momento la piccola Giorgia dimentica che il suo amato nonno non si ricorda di lei.
Un albo di una tenerezza infinita, che racconta quanto possa essere difficile accettare per un bambino il fatto di non essere riconosciuto dal proprio nonno.
Un nonno che non ha colpe per quel suo non ricordare più, un nonno che va compreso e amato. Un nonno fermo ad un tempo in cui probabilmente si sentiva in pace.
E allora lasciamolo stare lì…questo non ci impedisce comunque di poter passare del tempo con lui, un tempo che forse un giorno ricorderà come lo ricorderemo noi.